lunedì 15 maggio 2017

Sport 1, Bullismo 0. Quando lo sport insegna.

Il bullismo è un fenomeno che si manifesta nell’abuso di potere perpetrato da uno o più soggetti nei confronti di un singolo o di una collettività. Si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso nella nostra società. Il fenomeno del bullismo è caratterizzato da alcune peculiarità che lo contraddistinguono da altre forme di violenza, che sono:
L’intenzionalità del fenomeno: il comportamento aggressivo messo in atto dal bullo è il prodotto di un’azione premeditata volta ad offendere l’altro o ad arrecargli danno;
La persistenza del fenomeno: sebbene anche un singolo episodio possa essere considerato una forma di bullismo, il rapporto tra il bullo e la vittima è caratterizzato dal ripetersi nel tempo dei comportamenti aggressivi;
Il rapporto di potere asimmetrico che si instaura tra il bullo e la vittima:  trattasi di una relazione fondata sullo squilibrio di forza (fisica e/o psicologica) tra il bullo che agisce, che spesso è più forte o sostenuto da un gruppo di compagni, e la vittima che spesso è emarginata e incapace di difendersi;
Le diverse forme in cui si manifesta il fenomeno: nonostante spesso si pensi al bullismo fisico, va ricordato come il fenomeno spesso si manifesti anche in altre forme, come le espressioni verbali di tipo diretto (offese e minacce) e le aggressioni psicologiche di tipo indiretto (esclusione dal gruppo e emarginazione);
La natura sociale del fenomeno: gli episodi di bullismo si verificano spesso alla presenza di altri soggetti – spettatori o complici – che possono assumere un ruolo di rinforzo del comportamento del bullo o semplicemente sostenere e legittimare il suo operato.


Il fenomeno del bullismo coinvolge ragazzi di ogni fascia d’età, sesso ed estrazione sociale. Alla base del “comportamento da bullo” risiedono molteplici cause tantoché gli psicologi ritengono che chiunque può assumere nel tempo sia il ruolo di vittima che di persecutore.
Spesso vengono attribuite al fenomeno cause riconducibili al sovraffollamento delle classi, ai fallimenti e alle frustrazioni personali e ad alcuni tratti fisici distintivi della vittima. Questi elementi però non bastano da soli a spiegare le cause del bullismo. Spesso infatti la personalità e la capacità di relazionarsi sono elementi che hanno una rilevanza ben superiore. Anche i fattori ambientali, come l’abilità dell’insegnante nel tenere in ordine la classe, giocano un ruolo fondamentale.
Altre variabili scatenanti il bullismo possono essere talvolta ricercate in violenze subite durante l'infanzia, problemi famigliari legati al passato, disturbi psichiatrici, atteggiamenti troppo permissivi o limitativi messi in atto da parte dei genitori della vittima o del bullo.
Alcuni pareri attribuiscono anche alla televisione un ruolo di “cattiva maestra”. Questa infatti, ironizzando su malefatte e discriminazioni e sorridendo ad aggressori, a cattiverie e a prevaricazioni, offre ai più giovani una visione della realtà deformata dal modello di vita antisociale che spesso i media propongono.

Il fenomeno del bullismo trova terreno fertile negli ambienti di aggregazione sociale, nel gruppo di amici, a scuola e, quindi, anche nelle attività sportive. Lo sport rimane comunque un ambiente relativamente protetto in cui gli episodi di bullismo non sono molto frequenti. Ciò perché chi decide di fare sport è ben consapevole di dover accettare sia le regole della convivenza sociale, sia ovviamente quelle di un’attività sportiva regolamentata da norme proprie. In ambito sportivo si impara presto il principio secondo cui solo attraverso l’osservazione di norme condivise è possibile raggiungere traguardi prestabiliti.

Il bullismo nello sport si manifesta quando si ricerca la prestazione a tutti i costi, esaltando solo l’attività sportiva orientata al risultato agonistico e arrivando a giustificare ogni mezzo utilizzato (anche illecito) pur di conquistare la vittoria. Ma questo non è ciò che lo sport vuole insegnare.
La competitività in se non è affatto da condannare. Lo è invece il suo eccesso, una delle componenti che, ponendo il bullo a suo agio in un clima di tolleranza verso la sopraffazione, potrebbe favorire il nascere di episodi di bullismo. Quando la competizione è percepita come confronto positivo con se stessi e con gli altri, intesi come atleti con cui confrontarsi e misurare le proprie prestazioni, allora essa diventa un potente strumento capace di educare.
Lo sport, in questo senso, può e deve assumere un ruolo rilevante nella vita dei giovani. Lo sport è in grado di insegnare molte cose a chi si avvicina ad esso con spirito costruttivo e positivo: insegna ad  affrontare la  vita, a relazionarsi con gli altri, a mettersi sempre in discussione; insegna ad accettare la sconfitta e a superare gli insuccessi; insegna lo spirito di sacrificio e che ad ogni sacrificio corrisponde un vantaggio; insegna... a non arrendersi mai
fonte: http://www.sportmodellodivita.it/index.php/parliamo-di/104-lo-sport-vince-il-bullismo