Il 20 Novembre del 1989 l’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Da allora, ogni anno il 20
novembre è stata riconosciuta come la Giornata
Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Si tratta di una data importante,
come importanti sono i diritti elencati nei 54 articoli del documento: i
bambini hanno diritto alla vita, ad avere un nome, alla salute, allo studio, al
gioco…ricordarsene sembra banale: tutti dovremmo conoscere questi principi, per
metterli in atto e difenderli ogni giorno.
Sono tanti punti importanti esposti all’interno
della Convenzione, tra cui spunta anche l’importante “diritto allo sport”. Vediamoli
insieme.
Diritto di fare sport
Punto fondamentale dell’intero testo: lo
sport è un diritto. Lo sport rientra tra le attività ricreative e culturali di
un paese e per questo deve essere accessibile a tutti, bambini inclusi. Le
politiche sociali dovrebbero ricordarsene sempre e dare la possibilità a tutti
i bambini di accedere all’attività fisica.
Diritto di divertirsi e di
giocare
Il primo punto riprende l’art. 31 della
Convenzione dell’89, che recita: “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il
diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività
ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita
culturale ed artistica”. Questo perché lo Sport può essere per il bambino fonte
di gioco, di condivisione con i pari, di socializzazione, di svago e quindi di
divertimento!
Diritto di praticare sport in
assoluta sicurezza
I bambini hanno il diritto di
vivere lo sport senza pressioni agonistiche, senza essere spinti all’uso di
integratori, e liberi da un eccessivo controllo (per esempio per paura che
possano sudare, prendere freddo o ammalarsi..) Devono essere prese in considerazione
le strutture in cui l’attività si svolge e alla loro organizzazione,
richiamando al rispetto delle norme di sicurezza, delle procedure di soccorso,
e della regolamentazione medico-sportiva (visita di idoneità, certificato
agonistico…).
Diritto di essere circondato e
preparato da personale qualificato
I bambini hanno diritto all’assistenza di
professionisti che abbiano a cuore la loro salute; che suggeriscano regole per
una corretta alimentazione. Allenatori competenti evitano allenamenti ed
esercizi sbagliati che possono provocare infortuni o sovraccaricare il fisico
in crescita di bambini e ragazzi. Inoltre possono intervenire efficacemente in
caso di infortunio. È fondamentale anche un’attenzione agli aspetti psicologici
dell’età evolutiva, perché lo sport è un fattore importantissimo nello sviluppo
dell’autostima e per la formazione della personalità di bambini e ragazzi.
L’esperienza corporea, la competizione, lo stare in gruppo, il confronto con i
pari e con l’adulto sono tutti fattori importanti per una sana crescita
psicologica.
Diritto di seguire allenamenti
adeguati ai suoi ritmi e di avere i
giusti tempi di riposo
Nei bambini, soprattutto i età
prescolare, viene considerato lo sport come svago e divertimento, ma man mano
che crescono, la situazione può cambiare. Lo sport giovanile può essere imposto
con pressioni eccessive sui piccoli atleti. Per esempio, pensiamo agli sport in
cui l’agonismo è molto precoce come la ginnastica ritmica e artistica, i tuffi..
Lo sport deve svolgersi in un clima psicologicamente sereno, in allenamento
come in gara: i bambini hanno diritto a tempi di riposo adeguati, ad essere
trattati con rispetto, a riprendersi in modo adeguato dagli infortuni.
Diritto di misurarsi con giovani
che abbiamo le sue stesse possibilità di successo e di partecipare a competizioni
adeguate alla sua età
L’attività di allenamento e, soprattutto, le
competizioni dovrebbero tener conto non solo dell’età cronologica ma anche
della maturità puberale, del livello di allenamento, di alcune caratteristiche
fisiche quali peso e altezza (soprattutto per gli sport di contatto quali arti
marziali, rugby, calcio), per avere le stesse probabilità di divertimento e di
successo. Strutturare competizioni e campionati adeguati all’età e al livello
significa tutelare il processo evolutivo, evitando anticipi, carichi eccessivi
o vittorie troppo facili, con conseguenti perdita di motivazione ed entusiasmo
e con il rischio di abbandono precoce.
Diritto di pari opportunità
Tutti i bambini hanno il diritto di
partecipare. Non è corretto tenere alcuni bambini sempre in panchina o
addirittura non convocarli proprio. Il risultato agonistico dovrà essere preso
in considerazione più avanti, quando i ragazzi saranno cresciuti e avranno
maggiori strumenti per capire le scelte tattiche del coach. Di nuovo si pone il
problema dello sviluppo dell’autostima: come si sente un bambino a stare sempre
in panchina? Come spiega a se stesso la scelta di non essere mai messo in
campo?
Diritto di non essere un campione
Ultimo, ma non ultimo. Forse il più
importante. I bambini non devono essere sempre dei campioni, fare sport e
competere significa vincere e perdere. Imparare a perdere è importante, è un
valore fondamentale che può essere trasmesso e appreso proprio attraverso lo
sport. Ogni bambino ha diritto a ricevere complimenti e riconoscimenti anche
per l’impegno e la lealtà con cui affronta una gara, aldilà del risultato.
Per noi vale un diritto che sta alla base di tutto,
che
si tratti di sport oppure no:
i bambini hanno il diritto di
essere felici!
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