martedì 5 dicembre 2017

IL REGISTRO CONI 2.0: ECCO COSA CAMBIA

La delibera approvata dal Consiglio Nazionale CONI del 18 Luglio 2018 ha introdotto nuove norme di funzionamento del Registro Nazionale della Associazioni Sportive Dilettantistiche, fra le quali spiccano l’ormai celebre lista codificata delle discipline ammissibili per poter usufruire dei benefici fiscali e previdenziali riservate alle associazioni iscritte al Registro, le nuove forme di verifica delle anagrafiche delle associazioni e dei relativi tesserati ed una nuova piattaforma online.

Con questa delibera il CONI ha posto le premesse per la creazione a partire dal 1 Gennaio 2018 di un Registro CONI 2.0, ossia di una area riservata diversa da quella dove fino ad ora le Associazioni hanno scaricato il proprio certificato di iscrizione al Registro. Le novità introdotte pongono al centro del sistema sportivo il ruolo degli organismi affilianti ed in particolare quello degli Enti di Promozione Sportiva, già responsabili di alcuni vincoli documentali e procedurali in fase di Affiliazione e Tesseramento delle Associazioni. Con le nuove procedure anche le FSN e le DSA inizieranno ad applicare integralmente tali direttive.
Prima di tutto ci preme indicare che per le ASD/SSD  iscritte al Registro cambierà solamente la propria area riserva CONI, ossia, ribadiamo, il luogo dove fino ad oggi le associazioni hanno scaricano il proprio certificato di iscrizione al Registro. Il nuovo indirizzo a cui collegarsi pertanto sarà  https://rssd.coni.it  e per la prima volta sara necessario registrarsi con la mail univoca dell’associazione, che dovrà continuare ad essere la stessa che viene comunicata all’Organismo Sportivo  di riferimento (EPS,FSN o DSA) in fase di affiliazione/riaffiliazione.
Il rapporto affiliativo e le relative procedure di trasmissione dei documenti obbligatori (Atto Costitutivo/Statuto, Certificato attribuzione CF/PI dell’Agenzia delle Entrate, Documento d’Identità del Legale Rappresentante, Modulo di Affiliazione/Riaffiliazione all’Ente di Promozione Sportiva o Federazione Sportiva Nazionale) rimarrà IMMUTATO.
Le novità introdotte pongono al centro del sistema sportivo il ruolo degli organismi affilianti ed in particolare quello degli EPS, già responsabili di alcuni vincoli documentali e procedurali in fase di affiliazione e tesseramento delle associazioni. Con le nuove procedure anche le FSN e le DSA inizieranno ad applicare integralmente tali direttive.
Nella nuova fase del Registro 2.0 resta, però, immutato il concetto della responsabilità e dell’onere di trasferimento dei dati. Questo significa che l’autore dell’iscrizione al Registro sarà esclusivamente l’organismo sportivo affiliante (ossia FSN, DSA o EPS). sarà lui a mantenere la responsabilità dei requisiti per l’iscrizione, del controllo sugli Statuti ed eventuali variazioni successive, della volontà di associazione dei propri affiliati e del regolare tesseramento dei loro soci, della correttezza di tutte le informazioni trasmesse e della raccolta del consenso per la gestione di tutti i dati.


Ecco le principali differenze di questo Registro 2.0 rispetto al passato:

  • Definizioni – nel nuovo Regolamento, oltre a modulare i requisiti per l’iscrizione al Registro e regolamentare i vari procedimenti connessi all’iscrizione vengono puntualizzati i concetti quali «affiliazione» «tesseramento», «categoria tesserati», «stagione sportiva», «attività sportiva», «attività didattica», «attività formativa».
  • Identificazione iscritti – gli affiliati ed i singoli tesserati saranno identificati mediante Codice Fiscale e le Società Sportive Dilettantistiche anche mediante la Partita IVA. Il controllo avverrà mediante incrocio con le Banche Dati dell’Agenzia delle Entrate. 




venerdì 24 novembre 2017

20 novembre: Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Lo sport è un diritto.

Il 20 Novembre del 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Da allora, ogni anno il 20 novembre è stata riconosciuta come la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.



Si tratta di una data importante, come importanti sono i diritti elencati nei 54 articoli del documento: i bambini hanno diritto alla vita, ad avere un nome, alla salute, allo studio, al gioco…ricordarsene sembra banale: tutti dovremmo conoscere questi principi, per metterli in atto e difenderli ogni giorno.

Sono tanti punti importanti esposti all’interno della Convenzione, tra cui spunta anche l’importante “diritto allo sport”. Vediamoli insieme.

Diritto di fare sport
Punto fondamentale dell’intero testo: lo sport è un diritto. Lo sport rientra tra le attività ricreative e culturali di un paese e per questo deve essere accessibile a tutti, bambini inclusi. Le politiche sociali dovrebbero ricordarsene sempre e dare la possibilità a tutti i bambini di accedere all’attività fisica.

Diritto di divertirsi e di giocare
Il primo punto riprende l’art. 31 della Convenzione dell’89, che recita: “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica”. Questo perché lo Sport può essere per il bambino fonte di gioco, di condivisione con i pari, di socializzazione, di svago e quindi di divertimento!

Diritto di praticare sport in assoluta sicurezza
I bambini hanno il diritto di vivere lo sport senza pressioni agonistiche, senza essere spinti all’uso di integratori, e liberi da un eccessivo controllo (per esempio per paura che possano sudare, prendere freddo o ammalarsi..) Devono essere prese in considerazione le strutture in cui l’attività si svolge e alla loro organizzazione, richiamando al rispetto delle norme di sicurezza, delle procedure di soccorso, e della regolamentazione medico-sportiva (visita di idoneità, certificato agonistico…).

Diritto di essere circondato e preparato da personale qualificato
I bambini hanno diritto all’assistenza di professionisti che abbiano a cuore la loro salute; che suggeriscano regole per una corretta alimentazione. Allenatori competenti evitano allenamenti ed esercizi sbagliati che possono provocare infortuni o sovraccaricare il fisico in crescita di bambini e ragazzi. Inoltre possono intervenire efficacemente in caso di infortunio. È fondamentale anche un’attenzione agli aspetti psicologici dell’età evolutiva, perché lo sport è un fattore importantissimo nello sviluppo dell’autostima e per la formazione della personalità di bambini e ragazzi. L’esperienza corporea, la competizione, lo stare in gruppo, il confronto con i pari e con l’adulto sono tutti fattori importanti per una sana crescita psicologica.

Diritto di seguire allenamenti adeguati ai suoi ritmi e di avere i giusti tempi di riposo
Nei bambini, soprattutto i età prescolare, viene considerato lo sport come svago e divertimento, ma man mano che crescono, la situazione può cambiare. Lo sport giovanile può essere imposto con pressioni eccessive sui piccoli atleti. Per esempio, pensiamo agli sport in cui l’agonismo è molto precoce come la ginnastica ritmica e artistica, i tuffi.. Lo sport deve svolgersi in un clima psicologicamente sereno, in allenamento come in gara: i bambini hanno diritto a tempi di riposo adeguati, ad essere trattati con rispetto, a riprendersi in modo adeguato dagli infortuni.

Diritto di misurarsi con giovani che abbiamo le sue stesse possibilità di successo e di partecipare a competizioni adeguate alla sua età
L’attività di allenamento e, soprattutto, le competizioni dovrebbero tener conto non solo dell’età cronologica ma anche della maturità puberale, del livello di allenamento, di alcune caratteristiche fisiche quali peso e altezza (soprattutto per gli sport di contatto quali arti marziali, rugby, calcio), per avere le stesse probabilità di divertimento e di successo. Strutturare competizioni e campionati adeguati all’età e al livello significa tutelare il processo evolutivo, evitando anticipi, carichi eccessivi o vittorie troppo facili, con conseguenti perdita di motivazione ed entusiasmo e con il rischio di abbandono precoce.

Diritto di pari opportunità
Tutti i bambini hanno il diritto di partecipare. Non è corretto tenere alcuni bambini sempre in panchina o addirittura non convocarli proprio. Il risultato agonistico dovrà essere preso in considerazione più avanti, quando i ragazzi saranno cresciuti e avranno maggiori strumenti per capire le scelte tattiche del coach. Di nuovo si pone il problema dello sviluppo dell’autostima: come si sente un bambino a stare sempre in panchina? Come spiega a se stesso la scelta di non essere mai messo in campo?

Diritto di non essere un campione
Ultimo, ma non ultimo. Forse il più importante. I bambini non devono essere sempre dei campioni, fare sport e competere significa vincere e perdere. Imparare a perdere è importante, è un valore fondamentale che può essere trasmesso e appreso proprio attraverso lo sport. Ogni bambino ha diritto a ricevere complimenti e riconoscimenti anche per l’impegno e la lealtà con cui affronta una gara, aldilà del risultato.

Per noi vale un diritto che sta alla base di tutto, 
che si tratti di sport oppure no:

i bambini hanno il diritto di essere felici!

martedì 21 novembre 2017

A tu per tu con le nostre associazioni: MCM ed il modellismo.

Oggi vi presentiamo una nuova associazione: l'ASD MCM Modellismo di Ciserano. 
Diamo voce a Valentina Zanni, che ci racconta di più sul modellismo e sulla sua associazione.




- Ciao Valentina, parlaci un po’ della tua associazione. Di cosa si occupa e qual è il vostro obiettivo?
Ciao, che dire, è un associazione “appena nata” si occupa di modellismo radiocomandato, per la precisione automodellismo radiocomandato elettrico stradale.
Di obbiettivi ne abbiamo parecchi ma il principale è di far conoscere questo sport al maggior numero di persone e magari riuscire ad organizzare un corso per tutti quelli che vogliono avvicinarsi.


- E’ un mondo che forse non tutti conoscono, quello del modellismo. Puoi dirci di più?
in effetti è un mondo un po' a sé Il modellismo lo si può suddividere in due grandi gruppi: statico e dinamico. Quello STATICO è tutta quella parte di modellismo fermo o come dice il nome STATICO eccone alcuni esempi: modellismo navale, automodellismo. la nostra associazione si colloca invece in quello DINAMICO ovvero tutto quel modellismo che si muove, tipo il modellismo ferroviario, l’aereomodellismo e il nostro automodellismo rc. I nostri AUTOMODELLI sono modellini di auto spinti da un motore elettrico e comandati a distanza tramite un RADIOCOMANDO.


- Ritieni che la vostra disciplina si rivolga principalmente ad una determinata fascia d’età o può coinvolgere tutti?

la nostra disciplina non ha fasce d’età perché abbiamo associati dagli 8 anni in su, anche se la maggior parte dei bambini che praticano questa disciplina è perché il papà o un famigliare la pratica. il nostro obbiettivo è di riuscire a far conoscere questo sport anche a chi non ha parenti o amici che la praticano. 


- Organizzate eventi? Avete in programma gare o manifestazioni nei prossimi mesi?
si eventi ne organizziamo, il prossimo in programma è una gara che si svolgerà l’8 dicembre.


 -E’ il vostro primo anno con ASI. Cosa vi aspettate dal vostro Ente di Promozione Sportiva?
cosa ci aspettiamo? beh ovviamente un po' di pubblicità riguardo la nostra attività, e perché no poter organizzare un campionato italiano per automodelli.




Se il mondo del modellismo vi ha incuriositi, vi consigliamo di far visita alla sede dell'associazione, che si trova a Ciserano in via A. Gramsci. 
Seguite la MCM sui canali social per restare aggiornati sulle novità e gli eventi!


martedì 14 novembre 2017

A tu per tu con le nostre Associazioni: Dharma e lo Yoga.

Abbiamo intervistato Elisabetta Fiori, portavoce ed insegnante dell'ASD Dharma. Scoprite con noi di cosa si occupa e qual è la loro filosofia.
Ciao Elisabetta, parlaci un po’ della tua associazione. Di cosa vi occupate e qual è il vostro obiettivo?
Ciao! Dharma Asd si occupa di diffondere la cultura del benessere attraverso la pratica dello yoga integrale. Io personalmente mi occupo di diffondere lo yoga della tradizione secondo il metodo Satyananda. 

Com’è iniziata la nuova stagione sportiva? 
Molto bene! Abbiamo numerosi nuovi iscritti sia nella sede principale a Osio sotto che nello spazio che abbiamo presso il Comune di Sotto il Monte.

Avete introdotto delle novità rispetto agli anni passati?
Ci sono molti più orari disponbili e tanta flessibilità nella modalità di abbonamento. 

Avete in programma qualche evento nei prossimi mesi?
Si organizziamo sia seminari di approfondimento sulle pratiche dello yoga integrale. In più per i soci organizziamo delle uscite in montagna o al mare in cui pratichiamo yoga più volte al giorno, per approfondire la pratica nella quotidianità.

Negli ultimi mesi si è discusso molto sul mantenere o no lo Yoga all’interno delle discipline sportive riconosciute dal Coni. Cosa ne pensi a riguardo? 
Penso che sia vero che lo yoga non possa essere considerato uno sport, tuttavia nelle nostre pratiche noi utilizziamo il corpo per renderlo sano e forte proprio come molte altre discipline sportive. La struttura delle associazione sportive ci permette di avere una maggiore tutela assicurativa per i nostri soci e per gli insegnanti ai quali viene correttamente riconosciuto il loro impegno.

Un tema molto trattato ultimamente è l’interesse dei giovani per lo sport, che negli ultimi anni sembra in calo. Cosa si potrebbe fare secondo te per avvicinare i giovani allo sport, al di là delle classiche proposte (calcio, pallavolo, basket…)? Potresti consigliare la disciplina trattata dalla tua associazione anche ai ragazzi?
Per quanto riguarda lo yoga stiamo vivendo un momento di grande popolarità che ha portato anche a delle deviazioni preoccupanti. Allo stesso tempo però si è diffuso anche sulle fasce d'età dei giovani appunto introducendoli ad una nuova consapevolezza rispetto al corpo e a quello che ci sta dentro.
Lo yoga non sostituisce le attività sportive ma può essere un utile complemento per approfondire anche altri aspetti di se stessi..oltre che a far fare un pò di stretching ai ragazzi che sono spesso seduti!

Da alcuni anni sei con Asi. Qual è il tuo rapporto con l’Ente, ed in generale come ti trovi? Lo consiglieresti?
Il mio rapporto con Asi Bergamo è molto positivo. La relazione con i responsabili provinciali è di stretta collaborazione - dalle attività amministrative a quelle di consulenza. Alessia e Manuel sono molto proattivi e disponibili.

Seguite Elisabetta e Dharma ASD sui canali social per rimanere aggiornati sulle loro attività!

giovedì 9 novembre 2017

Lo sport come terapia per ridurre tensioni, ansie e preoccupazioni quotidiane

Fare sport non significa solo bruciare calorie ed energia fisica , ma far “circolare energia mentale” con importanti benefici sia nel corpo che nella mente. Lo sport può essere un importante mezzo per ridurre lo stress e le tensioni quotidiane. 

Senza dubbio lo stress è uno dei temi più abusati, tuttavia, gli usi e gli abusi non devono far perdere di vista come l’autentico stress psicologico è tutt’altro che raro, in un momento ,poi, come quello che il nostro paese sta attraversando, in cui l’ insicurezza economica e le difficili condizioni di lavoro producono malcontento e varie forme di malessere. 

Quando è troppo intenso può far male, ma nello stesso tempo è utile ed aiuta a proteggersi dalle malattie. 

Lo stress e l’ansia sono risposte sane e funzionali che il corpo mette in atto per affrontare situazioni difficili e momenti di crisi: sono alleati utili alle attività professionali e non, perché aiutano a mantenere focalizzata l’attenzione e a concentrarsi sui compiti a cui ci si deve dedicare. Se però lo stato di tensione dovuto all’ansia e allo stress sono prorogati oltre misura, se la vita che viviamo ci costringe a sopportare preoccupazioni economiche o di salute, per periodi protratti nel tempo, senza punti di appoggio o valvole di sfogo, allora tutto questo si ripercuote sul fisico e li finisce per scaricarsi. L’effetto è la crescita dello stress, nel suo volto più scuro e buio, cioè, nella sua capacità di farci ammalare. 


Il meccanismo psicofisiologico dello stress. 

Il meccanismo psicofisiologico attraverso cui lo stress influisce sul corpo è molto complesso. Quale che sia la molla che fa scattare lo stress, questo mette in moto una risposta complessa che chiama in causa più di mille reazioni biochimiche nel cervello e nel resto del corpo. Tutti questi cambiamenti sono mediati dal sistema nervoso, endocrino ed immunitario. 

Quando il corpo è sotto stress il Sistema Nervoso Centrale invia attraverso l’ipotalamo (piccola ma importante struttura cerebrale posta alla base del cervello) un messaggio o una comunicazione al Sistema Nervoso Autonomo. Questo prepara il corpo ad affrontare lo stress attraverso un aumento di produzione di adrenalina nel sangue. La produzione di adrenalina porta in scena l’ipofisi (centro regolatore degli ormoni) che a sua volta attraverso un complicato sistema di ghiandole, ormoni e neurotrasmettitori libera cortisolo. 

Lo scopo complessivo di questo intricato circuito biologico è produrre il cortisolo. Il cortisolo è la sentinella che dà l’allarme preparando il corpo ad un’azione impegnativa alterando il metabolismo delle risorse disponibili. Lo stress incomincia a far pagare il suo prezzo, quando il livello di cortisolo ha degli sbalzi continui e finisce per rimanere alto in permanenza. In queste condizioni il cortisolo ha un effetto negativo sul sistema immunitario abbassandone la resistenza. Una volta compromesso il sistema immunitario, il nostro sistema naturale di difesa, lo stress diventa la strada per ammalarsi. 

Il circuito descritto è l’estrema sintesi di un processo molto complesso e sofisticato in cui sono coinvolti centri e strutture cerebrali centrali e periferiche, ghiandole endocrine, ormoni e neurotrasmettitori. 

Il funzionamento di questo sistema presuppone importanti connessioni neuronali ed ormonali tra la mente ed il corpo. 

C’è un dialogo costante tra la mente ed il sistema immunitario. La psico-neuro-endocrino immunologia ha confermato come pensieri e sentimenti hanno ripercussioni potenti su salute e malattia: le emozioni negative possono far ammalare, le emozioni positive sono in grado di guarire. 


Cosa succede quando facciamo sport? 
Gli effetti di una costante attività fisica sono molteplici, tanto fisici quanto psichici. Fare sport non significa solo bruciare calorie ed energia fisica, ma far “circolare energia mentale”.

Tutti sappiamo che praticare sport ed esercizio fisico in modo costante aiuta a stare bene in salute ed è un mezzo importante per la prevenzione di molte malattie. 

Il movimento fisico previene innanzitutto il rischio di infarto, riduce il rischio di cardiopatie ischemiche e migliora la prognosi di chi ha subito un infarto. Fare esercizio fisico abbassa i valori del colesterolo cattivo e aumenta i valori del colesterolo buono, migliora la pressione arteriosa in chi soffre di ipertensione e la glicemia nei soggetti diabetici. 

Inoltre, chi pratica sport gode di molti altri benefici, perché rafforzati dall’attività fisica, i muscoli sono più forti e le articolazioni più flessibili: questo rende meno soggetti a dolori muscolari. 

Meno spazio viene dato ai benefici che il movimento ha sulla salute mentale.

Muoversi, nuotare, camminare, correre fa “respirare” in modo diverso il tuo corpo e la tua mente liberando gli stessi da tossine e tossicità che impediscono la libera circolazione di un’energia vitale che ciascuno di noi possiede.
 

Per rendere l’idea di ciò che accade prova ad immaginare cosa succede se si immette carburante sporco in una macchina. Questo intasa i filtri impedendo agli stessi di far passare il carburante al motore per consentire alla macchina di partire. Vanno dunque puliti i filtri in modo che il carburante possa passare. 

L’accumulo di tensioni, preoccupazioni e pensieri negativi è l’equivalente del carburante sporco che intasando i “filtri” del nostro corpo impedisce all’energia di circolare e di fare il suo lavoro. 

Lo sport mette in circolo nuova energia e questa rigenerazione attiva stati mentali che riducono gli effetti dell’ansia, delle tensioni e preoccupazioni quotidiane. Canalizza, inoltre,la rabbia e l’aggressività che si ferma nel nostro corpo sottoforma di disturbi gastro –intestinali o umore depresso. La circolazione dell’energia migliora il sonno, “dormi meglio e di più” , accelera il metabolismo migliorando molte funzioni del nostro organismo. Lo sport interrompendo una routine quotidiana, distrae, in questo senso allontana le preoccupazioni. 

Come lo stress e le emozioni negative attaccano il sistema immunitario, allo stesso modo, esprimere sentimenti e pensieri positivi, attivare stati mentali nuovi coinvolgendo parti del corpo come avviene attraverso esercizi di rilassamento oppure praticando sport, promuove uno stato di salute che giova al sistema immunitario ed aumenta le difese. Il circuito attraverso cui avviene tutto ciò è quello descritto nelle righe precedenti. In questo caso il cervello secerne una particolare classe di sostanze, le endorfine, che sono oppioidi endogeni, cioè sono mediatori chimici dall’effetto analgesico, euforizzante, anti-ansia, antiaggressivo e soprattutto immunostimolante. Ecco perchè fare sport ci “protegge”. 

Non è importante il tipo di sport, sceglierai tu qual’ è lo sport che può aiutarti! 

Se non hai mai praticato sport, prova a fare una passeggiata, poi “ascolta” il tuo corpo e su queste sensazioni prova a costruire il tuo percorso e a cambiare stile di vita.

venerdì 3 novembre 2017

Asi e Unicef uniti in progetto Scuola per portare 'Fair play' tra ragazzi




Sarà soprattutto un fumetto a portare nelle scuole italiane il Fair play grazie al Progetto S.C.U.O.L.A., acronimo per Sport Corretto Unito Onesto Leale Atletico, realizzato da Asi, Associazioni sportive e sociali italiane, in collaborazione con Unicef Italia e con il patrocinio del Coni. Presentato oggi a Roma alla stampa, il progetto mira a coinvolgere ragazzi e ragazze tra gli 8 ed i 13 anni delle scuole elementari e medie che aderiranno, per indurli ad abbracciare modi di comportamento e valori eticamente corretti.


Valori etici trasmessi attraverso sport, gioco e fumetto. È quest’ultimo il più originale strumento didattico individuato per realizzare l’iniziativa avviata con l’anno scolastico 2017/18 e sperimentata dall’Istituto comprensivo Dante Alighieri di Roma. Cornelius Pallard è infatti il protagonista di un fumetto appositamente realizzato; è un professore saggio simbolo di tutti i valori etici, nonché presidente del Comitato Normativo Intergalattico, il CO.N.I. Cornelius è venuto insieme ad altri amici dalla lontana Galassia del Fair Play, per dar vita a tante storie avventurose e divertenti che insegneranno ai ragazzi quale è il 'gioco giusto' nella vita.

Grazie ai personaggi del fumetto, ai docenti delle scuole aderenti ed ai genitori dei ragazzi e delle ragazze coinvolte, con Progetto S.C.U.O.L.A. verranno veicolati valori importanti: il rispetto di se stessi e della propria salute, delle regole, delle diversità, l’integrazione e la solidarietà. La riuscita dell’iniziativa dipenderà non solo dalla capacità di interessare e divertire i giovani, ma anche dalla loro disponibilità a lasciarsi coinvolgere. 

I ragazzi avranno a disposizione un sito web con cui esplorare la Galassia del Fair Play (corneliuspallard.com), un blog (pallard.blog), con cui i più grandi potranno proporre riflessioni ed articoli ed infine una pagina Fb (Pallard e la Galassia del Fair Play) per condividere video, immagini, aneddoti e tante curiosità.

Interpellato da Marcel Vulpis, direttore di SportEconomy in veste di moderatore, è stato il presidente Asi Claudio Barbaro ad inaugurare le riflessioni sul progetto: "L’assenza dello sport nelle scuole è la causa principale della debolezza della cultura sportiva nel nostro paese. Con questo progetto incentrato su etica e fair play, nonché con la nostra azione quotidiana di Enti di Promozione Sportiva, Asi vuole dare il suo contributo. Ringraziamo Unicef Italia per averci affiancato in questa iniziativa e per aver rafforzato la componente solidaristica che per noi di ASI è la caratteristica e il valore aggiunto dello sport”. “Il nostro Progetto S.C.U.O.L.A. nasce da una base visionaria -ha continuato Mauro Grimaldi, autore del progetto e vice presidente Lega Pro- Crediamo che lo sport abbia una potenza tale da riuscire a creare valore sociale e aggregazione. Per questo lo abbiamo scelto per veicolare messaggi correttivi rispetto a quelli sbagliati cui nella vita di oggi sono sottoposti i nostri ragazzi, un target particolarmente delicato. 
Ecco il senso del claim dell’iniziativa: 'Il rispetto si impara giocando'".

Per spiegare come Unicef Italia si è interfacciata con l’iniziativa, è intervenuto Nicola Brotto, responsabile dello sport per l’agenzia dell’Onu che si occupa di promuovere i diritti e migliorare le condizioni di vita dei bambini e delle bambine di tutto il mondo. "Il Progetto S.C.U.O.L.A. ci rappresenta. Noi ci occupiamo di infanzia e adolescenza e lo sport è negli ultimi venti anni lo strumento principe per affacciarsi a questo mondo. Ci siamo anche riconosciuti nel metodo: l’iniziativa è costruita attraverso la partecipazione dei ragazzi". Infine l'ex campione mondiale dei superwelter Nino Benvenuti: “In ciascuno di noi risiede un potenziale atleta, ma ci vuole qualcuno che ti aiuti a tirarlo fuori. E’ stato così per me: non sapevo che il pugilato sarebbe stato il mio sport, ma grazie all’aiuto di chi mi stava accanto mi sono accorto che mi faceva esprimere al meglio. La scuola è il mezzo con cui si può arrivare a farsi capire. Ecco perché mi piace questo progetto”.

Fonte: adnkronos


giovedì 26 ottobre 2017

Facciamo chiarezza. Defibrillatori: tutto quello che le ASD devono sapere.

Negli impianti sportivi un defibrillatore, e durante lo svolgimento di gare in luoghi chiusi una persona formata per utilizzarne uno funzionante e manutenuto. Ecco i principali contenuti della circolare CONI del 4 luglio.


Il 4 luglio il CONI ha emanato una circolare contenente precisazioni riguardo all'uso dei defibrillatori. Dal 1 luglio, infatti, è entrato in vigore l’obbligo per le associazioni e le società sportive dilettantistiche di dotarsi di defibrillatori semiautomatici.
Con Decreto del Ministro della Salute del 26 giugno 2017, adottato di concerto con il ministro dello Sport, sono state fissate le linee guida sulla dotazione e utilizzo dei defibrillatori semiautomatici.



Chi deve dotarsi di un defibrillatore

Il CONI precisa che l’obbligo previsto dalla legge è assolto:
- attraverso l’utilizzo di un impianto sportivo che sia dotato di un defibrillatore
semiautomatico o a tecnologia più avanzata,
- garantendo la presenza di un soggetto debitamente formato all’uso del defibrillatore 
semiautomatico o a tecnologia più avanzata, durante ogni gara che sia inserita nel
calendario delle FSN e delle DSA, nonché durante lo svolgimento di attività sportive con
modalità competitive ed attività agonistiche di prestazione disciplinate dagli Enti di
Promozione Sportiva e da altre associazioni e società dilettantistiche.



Cosa deve fare un'associazione sportiva dal 1 luglio

Le associazioni e le società sportive devono quindi accertarsi:
- che l’impianto utilizzato per la loro attività abbia un defibrillatore semiautomatico o a
tecnologia più avanzata, nonché
- Prima di ogni ‘gara' e, attraverso un referente indicato dalle medesime, che lo stesso sia
perfettamente funzionante e regolarmente mantenuto.

Quindi le associazioni e le società sportive dilettantistiche devono:
- accertarsi e garantirsi la presenza di una persona debitamente formata all’uso del
defibrillatore ovvero di altro dispositivo salvavita. Per persona debitamente formata si dovrà
fare riferimento alle disposizioni del DM 24 aprile 2013.

In mancanza di un defibrillatore semiautomatico o a tecnologia avanzata presso un impianto sportivo (ferme le responsabilità civili e penali) sarà impossibile svolgere attività sportiva all’interno dell’impianto rendendolo inutilizzabile.



Quali gare non necessitano di un defibrillatore


L’obbligo di dotazione e impiego dei defibrillatori semiautomatici non trova applicazione per tutte le gare che si tengono fuori degli impianti (sia coperti che scoperti) e per le attività sportive di cui all’articolo 5 comma 3 del DM 24 aprile 2013 - bocce (ma non le bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e sport assimilabili - nonché a quelle a ridotto impegno cardiocircolatorio elencate nell’allegato A al decreto 26 giugno 2017 disponibile sul sito www.gazzettaufficiale.it.


ASI Bergamo organizzerà nei prossimi mesi alcuni corsi BLSD 
per chi ancora non è in possesso dell'attestato. 
Se vuoi rimanere aggiornato e vuoi partecipare ai corsi, 
segui i nostri canali social o scrivici a corsi@asibergamo.it 

lunedì 15 maggio 2017

Sport 1, Bullismo 0. Quando lo sport insegna.

Il bullismo è un fenomeno che si manifesta nell’abuso di potere perpetrato da uno o più soggetti nei confronti di un singolo o di una collettività. Si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso nella nostra società. Il fenomeno del bullismo è caratterizzato da alcune peculiarità che lo contraddistinguono da altre forme di violenza, che sono:
L’intenzionalità del fenomeno: il comportamento aggressivo messo in atto dal bullo è il prodotto di un’azione premeditata volta ad offendere l’altro o ad arrecargli danno;
La persistenza del fenomeno: sebbene anche un singolo episodio possa essere considerato una forma di bullismo, il rapporto tra il bullo e la vittima è caratterizzato dal ripetersi nel tempo dei comportamenti aggressivi;
Il rapporto di potere asimmetrico che si instaura tra il bullo e la vittima:  trattasi di una relazione fondata sullo squilibrio di forza (fisica e/o psicologica) tra il bullo che agisce, che spesso è più forte o sostenuto da un gruppo di compagni, e la vittima che spesso è emarginata e incapace di difendersi;
Le diverse forme in cui si manifesta il fenomeno: nonostante spesso si pensi al bullismo fisico, va ricordato come il fenomeno spesso si manifesti anche in altre forme, come le espressioni verbali di tipo diretto (offese e minacce) e le aggressioni psicologiche di tipo indiretto (esclusione dal gruppo e emarginazione);
La natura sociale del fenomeno: gli episodi di bullismo si verificano spesso alla presenza di altri soggetti – spettatori o complici – che possono assumere un ruolo di rinforzo del comportamento del bullo o semplicemente sostenere e legittimare il suo operato.


Il fenomeno del bullismo coinvolge ragazzi di ogni fascia d’età, sesso ed estrazione sociale. Alla base del “comportamento da bullo” risiedono molteplici cause tantoché gli psicologi ritengono che chiunque può assumere nel tempo sia il ruolo di vittima che di persecutore.
Spesso vengono attribuite al fenomeno cause riconducibili al sovraffollamento delle classi, ai fallimenti e alle frustrazioni personali e ad alcuni tratti fisici distintivi della vittima. Questi elementi però non bastano da soli a spiegare le cause del bullismo. Spesso infatti la personalità e la capacità di relazionarsi sono elementi che hanno una rilevanza ben superiore. Anche i fattori ambientali, come l’abilità dell’insegnante nel tenere in ordine la classe, giocano un ruolo fondamentale.
Altre variabili scatenanti il bullismo possono essere talvolta ricercate in violenze subite durante l'infanzia, problemi famigliari legati al passato, disturbi psichiatrici, atteggiamenti troppo permissivi o limitativi messi in atto da parte dei genitori della vittima o del bullo.
Alcuni pareri attribuiscono anche alla televisione un ruolo di “cattiva maestra”. Questa infatti, ironizzando su malefatte e discriminazioni e sorridendo ad aggressori, a cattiverie e a prevaricazioni, offre ai più giovani una visione della realtà deformata dal modello di vita antisociale che spesso i media propongono.

Il fenomeno del bullismo trova terreno fertile negli ambienti di aggregazione sociale, nel gruppo di amici, a scuola e, quindi, anche nelle attività sportive. Lo sport rimane comunque un ambiente relativamente protetto in cui gli episodi di bullismo non sono molto frequenti. Ciò perché chi decide di fare sport è ben consapevole di dover accettare sia le regole della convivenza sociale, sia ovviamente quelle di un’attività sportiva regolamentata da norme proprie. In ambito sportivo si impara presto il principio secondo cui solo attraverso l’osservazione di norme condivise è possibile raggiungere traguardi prestabiliti.

Il bullismo nello sport si manifesta quando si ricerca la prestazione a tutti i costi, esaltando solo l’attività sportiva orientata al risultato agonistico e arrivando a giustificare ogni mezzo utilizzato (anche illecito) pur di conquistare la vittoria. Ma questo non è ciò che lo sport vuole insegnare.
La competitività in se non è affatto da condannare. Lo è invece il suo eccesso, una delle componenti che, ponendo il bullo a suo agio in un clima di tolleranza verso la sopraffazione, potrebbe favorire il nascere di episodi di bullismo. Quando la competizione è percepita come confronto positivo con se stessi e con gli altri, intesi come atleti con cui confrontarsi e misurare le proprie prestazioni, allora essa diventa un potente strumento capace di educare.
Lo sport, in questo senso, può e deve assumere un ruolo rilevante nella vita dei giovani. Lo sport è in grado di insegnare molte cose a chi si avvicina ad esso con spirito costruttivo e positivo: insegna ad  affrontare la  vita, a relazionarsi con gli altri, a mettersi sempre in discussione; insegna ad accettare la sconfitta e a superare gli insuccessi; insegna lo spirito di sacrificio e che ad ogni sacrificio corrisponde un vantaggio; insegna... a non arrendersi mai
fonte: http://www.sportmodellodivita.it/index.php/parliamo-di/104-lo-sport-vince-il-bullismo

giovedì 9 marzo 2017

Sconfiggi il “mal di schiena”, la miglior terapia è la prevenzione.

Il mal di schiena affligge circa l’80% delle persone tra i 25 e i 65 anni. Non è una patologia, ma solo un sintomo. In medicina è definito con il termine “lombalgia”, le cui cause possono comprendere problemi reumatici, traumatici, viscerali, infettivi e posturali. Nella maggioranza dei casi è dovuto ad una compromissione delle strutture vertebrali: vertebre, disco intervertebrale, legamenti, muscoli, nervi spinali. I sintomi principali sono la limitazione del movimento, il formicolio e il dolore che si può anche irradiare al gluteo, all’anca e alla coscia e in alcuni casi fino al piede (sciatalgia). La maggior parte delle lombalgie è definita “lombalgia comune”, cioè senza una causa precisa e con esami radiologici negativi. In questi casi bisogna considerare i numerosi fattori di rischio (concause): obesità, debolezza muscolare, scarsa flessibilità, traumi, lavoro professionale, ambienti freddo-umidi, stress psicologici, squilibri posturali, difetti del piede( piatto, cavo, ecc.) La maggior parte di questi fattori di rischio (sovrappeso, scarsa flessibilità, postura scorretta, ridotta forza muscolare, ecc.) possono essere eliminati in un adeguato “Centro Fitness”. 


Un competente personal trainer o istruttore, dopo un approfondito colloquio e un’ adeguata valutazione funzionale, deve stilare un programma di lavoro personalizzato, così come un sarto confeziona un abito su misura! Questo programma individuale personalizzato svolto costantemente nel tempo rappresenta una prevenzione intelligente attraverso il controllo dei fattori di rischio del mal di schiena. Un’altra forma di prevenzione molto importante, soprattutto per le persone che soffrono di dolori articolari e muscolari ricorrenti (lombalgia, dolore cervicale, dorsalgia, ecc.), è rappresentata dalla “valutazione posturale globale”. Il Fisioterapista esperto in Posturologia è in grado di evidenziare eventuali squilibri a carico del bacino, degli arti inferiori e della colonna vertebrale, esaminando la storia clinica del paziente, prendendo visione delle indagini strumentali svolte (referti medici, radiografie, tac, risonanze magnetiche) ed eseguendo alcuni test specifici per controllare le arcate dentarie (occlusione). Per mezzo della pedana elettronica baropodometrica, inoltre, il posturologo analizza l’appoggio plantare, ricavando preziose informazioni su eventuali difetti dei piedi e sulla distribuzione del peso corporeo tra il lato destro e sinistro. Una volta stabilito, anche in collaborazione con altri specialisti, l’origine del mal di schiena, viene approntato un programma di riabilitazione posturale. La terapia posturale per sconfiggere il mal di schiena è dunque personalizzata, prevedendo, a seconda dei casi, diversi ausili: il bite, per migliorare l’equilibrio tra le arcate dentarie; la suoletta posturale, da inserire nelle calzature; la riabilitazione posturale globale. Quest’ultima si avvale di: ginnastica posturale, mobilizzazioni vertebrali, massaggi miofasciali, e di “cerotti” non medicati deputati a rilassare i muscoli e debellare il dolore. Il “taping neuromuscolare” è il nome di questa nuova tecnica che si pratica tramite l’applicazione sulla pelle di un “cerotto” anallergico e senza farmaci. E’ una terapia naturale molto efficace, priva di effetti collaterali, in grado di stimolare le capacità di autoguarigione, rilassare i muscoli e ripristinare la scioltezza articolare dopo pochi trattamenti. Questo approccio metodologico permette di prevenire e riabilitare efficacemente il mal di schiena. I risultati saranno: recupero funzionale, armonia e benessere posturale.

FONTE: http://www.rivistainforma.it/wp-content/uploads/locations-pics/informa_2008_04.pdf

giovedì 23 febbraio 2017

Istat, un italiano su quattro pratica sport regolarmente.

Da padrone di casa al Coni e responsabile dello sport Gianni Malagò è entusiasta per i nuovi numeri sui praticanti: "Sapere che in Italia si pratica molto lo sport - le parole - mi rende felice. Il 25,1 per cento degli italiani, sostanzialmente una persona su quattro, pratica infatti sport con continuità nel tempo libero, secondo i numeri diffusi. Un dato che arriva al 34,8 per cento se aggiungiamo chi dichiara di fare sport saltuariamente".
illustrando la ricerca dell'Istat Malagò ha spiegato: "Il numero di praticanti sportivi è cresciuto di un punto e mezzo percentuale nell`ultimo anno e di oltre quattro punti, 4,2 per l`esattezza, tra il 2013 e il 2016, con un aumento medio di 1,4 punti percentuali l'anno. A livello di numeri, dal 2013 al 2016, si sono avvicinati alla pratica sportiva 2 milioni e 519mila italiani. E' quasi, se non di più, che vincere una medaglia olimpica. Io ce l'ho messa tutta, non mi sono risparmiato in niente, facendolo con molta allegria". 


Nel 2016, 14.792.000 persone hanno dichiarato di praticare una o più attività sportive in forma continuativa nel tempo libero; quelle che lo praticano saltuariamente sono 5.693.00 (il 9,7 per cento della popolazione sopra i tre anni). Gli italiani che dichiarano di praticare solo qualche attività fisica sono 15.108.000, il 25,7 per cento della popolazione sopra i tre anni.

"A forza di rompere le scatole con questa storia dello sport nella scuola - ha concluso il presidente del Coni - finalmente siamo arrivati al 60 per cento di bambini e bambine che fanno sport. Si cominciano a vedere grandi risultati, sono molto orgoglioso di tutto questo. Questi numeri hanno ancora enormi potenzialità di crescita, perché le regioni del Sud - lo dico con franchezza - sono la palla al piede di questi numeri". "Complimenti invece alla Sardegna che fa meglio di alcune regioni come Liguria e Umbria. Fanno attività bene".


Fonte:www.sportmediaset.mediaset.it

venerdì 17 febbraio 2017

Pallavolo: 8 benefici per la salute

Brucia calorie e grassi Uno dei principali vantaggi della pallavolo è che vi aiuta a bruciare calorie, una componente importante di una dieta o di un programma di mantenimento. La Harvard Medical School riporta che una persona può bruciare tra le 90 e le 133 calorie durante una partita di mezz’ora non agonistica, a seconda del peso della persona stessa, mentre una partita di pallavolo agonistica in palestra brucia tra le 120 e le 178 calorie. Invece, una partita di un’ora sulla sabbia può bruciare fino a 480 calorie perché il terreno è molto meno stabile e quindi è richiesta maggiore energia.


Tonifica il corpo Le attività fisiche coinvolte nella pallavolo rafforzeranno la parte superiore del corpo, le braccia e le spalle, nonché i muscoli del corpo inferiore. Giocare a pallavolo migliora anche il sistema cardiovascolare e respiratorio.
Aumenta il tasso metabolico La pallavolo migliora il vostro livello di energia e migliora le prestazioni complessive anche in altri sport e allenamenti.
Migliora la coordinazione occhio-mano La pallavolo è tutta basata sulla coordinazione occhio-mano. Quando servite, è necessario seguire la palla con gli occhi e colpire la palla al punto giusto. In difesa, si deve fare attenzione a dove la palla sta arrivando per mettersi in posizione. Durante l’organizzazione, la vostra coordinazione occhio-mano aiuta a vedere dove sono i giocatori avversari per essere sicuri di prendere la palla in difesa e di trovare i punti vuoti per segnare i punti.
Migliora l’agilità, la coordinazione, la velocità e l’equilibrio Grazie ai suoi rapidi cambi di ritmo e la direzione, la pallavolo necessita di un gran numero di competenze tecniche e fisiche da parte di un giocatore. Durante il corso del gioco, i giocatori sono tenuti a servire, passare, attaccare, bloccare e prendere la palla. Queste capacità richiedono flessibilità, un buon equilibrio, molta forza nella parte superiore e inferiore del corpo e velocità per rispondere all’attacco in modo efficace.
Aiuta a mantenere un cuore sano Il vostro corpo fa circolare più sangue e più sostanze nutritive in tutto il corpo, migliorando la vostra salute in generale.
Costruisce la forza muscolare La pallavolo richiede un forte sforzo dei muscoli del torace, fondamentale per quasi ogni gioco. Quando si passa, è necessario utilizzare le gambe per generare energia. Quando si imposta il gioco, è necessario utilizzare le braccia, le gambe e le mani, ma soprattutto le cosce. Quando la palla arriva a voi, è necessario caricare le gambe e le braccia e spingere verso l’alto. Le mani devono essere forti per evitare lesioni.
Aumenta la capacità aerobicaSi consuma la stessa quantità di energia giocando a pallavolo in una partita lenta di 20 minuti e correndo per un km. Questo perché vengono messi in azione tutti i muscoli e il consumo di energia è molto alto.

venerdì 10 febbraio 2017

Chi Balla non invecchia!

Molti studi dimostrano che un’attività fisica regolare è in grado di prevenire e controllare l’aumento di peso, ma soprattutto ci aiuta a raggiungere o conservare un buon equilibrio psicofisico. 
Spesso si associa l’attività fisica a fatica, sudore, si pensa di dover passare magari ore in palestra a sollevare pesi oppure di dover correre da soli o nuotare sempre soli in piscina, tutte attività utili e per chi è appassionato di sport anche divertenti, ma non è così per tutti, allora perché non proviamo a lanciarci in una frenetica salsa, o in un tango appassionato, o in un dolce valzer?

Ebbene sì anche il ballo è considerato attività fisica e da recenti ricerche è emerso che ha benefici su tutto l’organismo sia dal punto di vista fisico che psicologico, in Gran Bretagna viene prescritto come antidoto all'obesità, con il ballo si bruciano dalle 200 alle 450 kcalorie all'ora, secondo il genere, inoltre essendo un esercizio aerobico, migliora l'ossigenazione di tutto l'organismo. Il ballo non ci aiuta solo a bruciare calorie, ci consente di mantenere un buon tono muscolare attraverso un costante e moderato esercizio, dà una buona coordinazione, grazia, postura, stimola e migliora la nostra pelle più di quanto possa fare qualsiasi buona crema. Quando invecchiamo è una grossa sfida rimanere attivi, in modo che la nostra mente e il nostro corpo rimangano forti e in buona salute. Ballare è un modo meraviglioso per mantenere corpo e mente in ottima salute e la quantità di energia che volete dedicare a questa attività dipende sclusivamente da voi.
Una delle cose più belle del ballo è che ci aiuta a muovere anche muscoli che altrimenti non useremmo nella vita di tutti i giorni. Un tricipite consistente è il risultato di una buona posizione di ballo , e lo stesso vale per i muscoli delle gambe: la maggior parte delle persone hanno muscoli frontali delle gambe piuttosto buoni , ballando però grazie a diverse figure o particolari combinazioni di passi, vengono chiamati in causa tutti i muscoli e non solo quelli frontali, così come vengono allenati anche gli addominali per mantenere quel bellissimo ed elegante portamento classico dei ballerini.
Numerosi i benefici per la nostra circolazione, per il cuore, per le gambe (ballare aiuta a combattere la cellulite e le vene varicose). Il livello di trigliceridi e colesterolo LDL nel sangue si abbassa, mentre il colesterolo HDL, protettivo delle arterie, aumenta. Ballare mantiene giovani, perché tiene in esercizio le articolazioni e aiuta a combattere l'osteoporosi. Come tutte le attività fisiche "moderate" anche il ballo aiuta a combattere l'insonnia. Tutti possono ballare senza limiti di età. Solo per chi ha seri problemi alle articolazioni, al sistema cardiocircolatorio o respiratorio, è bene, prima di iniziare un corso di ballo, consultare il medico curante.
Vantaggi anche per la nostra MENTE, la danza è euforizzante: il movimento e la musica, infatti, aiutano a elevare il livello di endorfine nel sangue, le sostanze che danno il buonumore. Ci si rilassa, perché la concentrazione sui movimenti distrae dalle preoccupazioni. Aiuta a vincere la timidezza e permette di fare conoscenza più facilmente. Il ballo permette di esprimere la propria creatività e la propria personalità. Ha quindi una valenza positiva anche dal punto di vista sociale. Imparare a ballare e affinare la tecnica "modella" il carattere perché aiuta a porsi degli obiettivi e a raggiungerli grazie alla costanza. E’ bene inoltre sottolineare che il ballo migliora la composizione corporea come dimostra lo studio eseguito su 30 ballerine di sesso femminile, di età compresa tra 17,4 + / - 2,01, a cui sono stati misurati i parametri antropometrici (peso, altezza, Body Mass Index e composizione corporea mediante impedenziometria) e un gruppo di controllo di 30 femmine "non atletiche", con età media di 18,00 anni Mihajloviæ B, Mijatov S.
Danzare fa bene allo spirito e alla salute, anche in terza età. Lo dimostrano due studi condotti dai ricercatori della Washington University e dell'Albert Einstein College of Medicine di New York che sono giunti alle stesse conclusioni: ballare è un vero toccasana per le persone anziane.
Lungo l’elenco dei benefici del ballo: migliora il controllo muscolare, favorisce l’elasticità delle articolazioni e può addirittura ritardare il manifestarsi di sintomi del morbo di Alzheimer o di Parkinson.
I ricercatori nordamericani sono partiti dall’assunto, dimostrato da precedenti studi, che danzare faccia certamente bene allasalute fisica: rafforza le ossa e i muscoli, aumenta la salute cardiovascolare e polmonare, dona una maggiore elasticità nei movimenti. Ma questa pratica ha un effetto positivo anche sul cervello? I ricercatori hanno risposto all’unisono.
Gli scienziati di Washington hanno arruolato 38 pazienti anziani con il morbo di Parkinson e li hanno divisi in due gruppi: il primo ha fatto 20 lezioni di tango argentino della durata di un’ora, il secondo ha fatto altrettante sedute di stretching ed esercizi mirati.
Al termine del follow-up, i risultati hanno mostrato che tutti i pazienti manifestavano un miglioramento nella Unified Parkinson's Disease Rating Scale Motor, un punteggio che valuta l’andamento della malattia in relazione al movimento, ma solo gli anziani che si erano cimentati nel tango mostravano anche un netto miglioramento nel punteggio ottenuto al test Berg Scale, quello che valuta lo stato dell’equilibrio statico e dinamico, e al test Timed Up and Go, che analizza la capacità di eseguire movimenti complessi, come girare attorno ad una sedia, sedersi, alzarsi.
Gammon Earhart, autore dello studio, ha spiegato sulle pagine del Journal of Neurologic che il tango aiuta ad allenare alcune abilità psicomotorie, come l’equilibrio dinamico: dover seguire il partner e le brusche alternanze dei movimenti è un ottimo esercizio per mente e corpo!
Alla medesima conclusione giunse, qualche anno fa, anche un gruppo di ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine diNew York che prese in esame persone anziane, affette da morbo di Alzheimer, che vennero seguite per ben 21 anni. L’obiettivo dei ricercatori  era di studiare quali esercizi o attività sportivepotessero contrastare lo sviluppo della demenza.
Risultato: quasi nessuna delle attività fisiche prese in esame (come andare in bicicletta, nuotare o giocare a golf) sortivano un qualche effetto positivo, tranne il foxtrot. Questo ballo di coppia sembra ridurre del 35% il rischio di demenza e, se si balla tre volte alla settimana, la riduzione del rischio può arrivare addirittura al 76%.
Anche in questo caso il merito sarebbe del tipo di movimento: passi lenti alternati a passi veloci in un ritmo particolarmente scadenzato. Secondo gli esperti, mantenendo elastico e attivo il cervello si può aumentare o mantenere costante il numero di connessioni tra i neuroni e quindi conservare una certa ricchezza cognitiva, a dispetto dell’età e delle demenze.
Negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede i balli di origine latinoamericana. Questi non sono solo un piacevole passatempo, ma sono molto utili per tutto l’organismo; la danza, infatti, ha molte potenzialità terapeutiche, che si sono sviluppate nelle differenti forme di “danza-terapia”
La danza è un importante strumento di espressione globale della persona. La sua capacità di sostenere il benessere era già nota in molte popolazioni primitive che attraverso i balli tradizionali mimavano i propri stati affettivi individuali o di gruppo. L’uso delle potenzialità terapeutiche della danza in una forma più sistematica risale a tempi più recenti in cui si sono sviluppate diverse forme di “danza-terapia” che comprendono metodi che utilizzano il movimento del corpo, in modi più o meno strutturati e in relazione ad obiettivi diversi. All’interno delle varie tipologie di “movimento-terapie” sono compresi pertanto differenti approcci, tutti accomunati dal riconoscimento del rapporto che unisce mente e corpo.
Ballare è, quindi, diventato un’alternativa efficace e divertente alla palestra.
Il movimento fisico riesce infatti più facile e divertente, se a far da contorno e a scandire il ritmo, è la musica. In nome della ‘forma fisica’ si attinge alle tradizioni di tutto il mondo che forniscono numerosi esempi di ginnastica-danza; è ad esempio il caso della capoeira brasiliana, così diffusa negli ultimi anni anche da noi, che allude, mimando colpi, finte e parate, ad un combattimento senza altre armi se non il corpo.
A farla da padrona - sia nelle palestre sia nei corsi - sono comunque i balli latino-americani (merengue, salsa, bachata, samba ecc.) che con i loro movimenti permettono di migliorare il tono muscolare generale, di tonificare i glutei e gli addominali, di snellire gli arti inferiori e di donare elasticità della schiena.
Tango, liscio, valzer, balli sudamericani e africani diventano così lo strumento per star meglio, la scusa per occuparsi di se stesse lontani dalla ripetitività degli attrezzi e dall’umidità della piscina.
Anche la più seducente danza del ventre ha un effetto benefico; con i movimenti rotatori, dolci e continui del bacino, consente alle vertebre un benefico movimento e una distensione verso l’alto. Gli arti, sia quelli superiori sia quelli inferiori, si muovono anch’essi in modo uniforme e sintonico, consentendo un buon utilizzo anche della muscolatura dei glutei. Infine la rotazione del capo da entrambi i lati consente di restituire benessere a chi è afflitto da dolori cervicali.
Inoltre, il ballo è un’attività ideale a tutte le età e per entrambi i sessi.
I benefici fisici che si ottengono grazie al ballo sono molti; - aiuta a bruciare calorie;
- modella e rende armonico il corpo intero;
- aumenta la coordinazione e aiuta ad acquisire armonia e scioltezza.
- aumenta l’elasticità delle articolazioni;
- aiuta a prender coscienza del proprio corpo e a muoversi con maggior scioltezza, mantenendo una postura corretta.
Un ultimo beneficio è dato dal fatto che la danza esercita la memoria in modo estremamente naturale, dato che, quantomeno nella fase di apprendimento, è necessario concentrarsi molto per ricordare le varie sequenze e i vari passi.
Oltre ai vantaggi di tipo fisico, se ne ottengono anche di psicologici: infatti a ritmo di musica, lo stress si allenta e il benessere psicofisico aumenta.

bisogna però ricordare che anche a questa ‘disciplina’ ci si deve avvicinare in modo graduale: si deve iniziare sempre dopo aver effettuato un accurato controllo medico (pressione, funzionalità cardiaca ecc.), e in maniera graduale. Solo dopo qualche tempo, quando il fisico si sarà abituato all’esercizio, ci si potrà applicare per un periodo di tempo maggiore. Inoltre se si vogliono ottenere risultati duraturi, serve costanza: non bisogna smettere appena ottenuti i primi risultati. 
Fonte: http://www.studiodimensionedanza.net/1/danza_e_benessere_2765563.html